La vita di Gabriele D’Annunzio
Quando, al termine del conflitto, nell'opinione pubblica italiana si diffuse la convinzione che a Parigi l'Italia fosse stata maltrattata e che, così si disse, "aveva vinto la guerra, ma perso la pace", si pose a capo di un gruppo di ex combattenti ed occupò militarmente la città di Fiume, che secondo i trattati di pace spettava alla Jugoslavia. Fu un'avventura gloriosa, ma che, al tempo stesso, mostrò quanto era diventato debole lo Stato liberale.
Nel 1924 si trasferì in una villa sul lago di Garda dove si dedicò alla trasformazione dell'intero edificio in un museo, chiamato IL VITTORIALE DEGLI ITALIANI, in cui riunì opere d'arte e tutti i cimeli della sua vita da superuomo e che alla morte donò allo Stato. Qui morì nel 1938.
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