lunedì 4 ottobre 2021

IL PIANETA AZZURRO

La Terra viene definita il Pianeta Azzurro perché, osservandola dallo spazio, l'azzurro è il colore predominante. 
Oltre il 70% della superficie del nostro pianeta è infatti occupata dalle acque degli oceani, mari, fiumi e laghi. L'insieme di queste acque forma l'idrosfera, ma solo il 3% del totale è costituito da acqua dolce e quindi è utilizzabile. Ciò fa capire anzitutto che "l'oro azzurro" è una risorsa da sfruttare con attenzione. I nostri sprechi da una parte, i cambiamenti climatici dall'altra, sono responsabili di una situazione drammatica: molte, troppe, persone nel nostro pianeta non hanno accesso all'acqua potabile. Leggete questo articolo tratto dalla rivista Focus del luglio 2013: "La sete nel mondo".




Occorre anche tener presente che l'esiguità d'acqua condiziona radicalmente il livello igienico della popolazione, favorendo lo sviluppo e la trasmissione delle malattie: l'acqua, infatti, è il principale detergente meccanico della cute. Colera, febbre tifoide, salmonellosi, epatite, leptospirosi alcune tra le numerose malattie dovute alla contaminazione delle acque o alla mancanza di igiene.

Le conseguenza della scarsità d'acqua potrebbero diventare drammatiche: conflitti tra Paesi confinanti per il controllo delle acque dei fiumi, diffusione di epidemie, diminuzione della produzione agricola.

Il 22 marzo di ogni anno si celebra la Giornata mondiale dell'acqua, una ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 per promuovere una sempre maggiore attenzione allo stato ed all'uso del bene più prezioso per la vita sulla Terra. 




L'obiettivo 12 dell'Agenda 2030 si propone di garantire modelli sostenibili di produzione e consumo, promuovendo una migliore qualità di vita per tutti: va ricordato che ancora oggi un miliardo di persone non ha accesso all'acqua potabile e che, con il nostro stile attuale di vita, contribuiamo massicciamente allo stress idrico mondiale. Ricordiamolo sempre!

La seconda riflessione che occorre fare è quella relativa all'inquinamento massiccio delle acque dovuto ai rifiuti, soprattutto a quelli plastici: i dati sono allarmanti.
Ogni anno si producono fra i 250 e i 300 milioni di tonnellate di plastica, ma soltanto una piccolissima percentuale di essa viene riciclata. Nel migliore dei casi finisce nelle discariche, altrimenti, più spesso, viene disperso nell'ambiente, inquina i fiumi e da qui arriva fino ai mari ed agli oceani. 
L'accumulo dei rifiuti è cresciuto così tanto da formare veri e propri agglomerati: cinque isole gigantesche che galleggiano nelle acque degli oceani. Il Great Pacific Garbage Patch è la più grande di esse e si stima che raccolga 100 milioni di tonnellate di rifiuti.



C'è addirittura chi, in maniera evidentemente provocatoria, propone che l'isola di plastica del Pacifico diventi uno Stato. Leggi qui